In unt tessuto economico sempre più globalizzato, da diversi anni, nel nostro Paese, sono diventate argomento comune tematiche quali Stabili Organizzazioni, holding con capogruppo estera o imprese estere che hanno partecipazioni di collegamento in imprese nazionali. Diretta conseguenza di tali aspetti è la tematica dei Prezzi di Trasferimento, o Transfer Pricing, che oramai da tempo è termine entrato nel gergo quotidiano.
Si è soliti quindi chiedersi a riguardo di cosa si tratta?
In sostanza, per prezzi di trasferimento, si intendono tutte quelle operazioni, spesso sotto la lente d’ingrandimento del Fisco Italiano, realizzate tra imprese collegate residenti in stati diversi.
Trattasi quindi ad esempio di operazioni di cessioni di beni o prestazioni di servizi, distaccamento del personale, cessioni di immobilizzazioni, le quali potrebbero potenzialmente nascondere dei vantaggi fiscali in quanto avvenute a prezzi “di convenienza”, stabiliti a monte, in modo da poter indirizzare agevolmente dove e come far tassare i ricavi o dedurre i costi.
I Transfer Pricing intervengono quindi per contrastare tale aspetto. Infatti, in base ad alcune metodologie stabilite dal Fisco, grazie ai prezzi di trasferimento, le operazioni saranno valorizzate come se fossero avvenute tra due società distinte, separate tra loro ed in un contesto di libero mercato, in modo quindi da poter dare il reale valore all’operazione oggetto di valutazione nel caso questa assumesse valori non corrispondenti a quelli “normali”.
Le metodologie più comuni di valorizzazioni delle operazioni sono:
- Metodo del confronto del prezzo
- Metodo del prezzo di rivendita
- Metodo del costo maggiorato
- Metodo del margine netto della transazione
- Metodo transazionale di ripartizione degli utili
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Autore
Eugenio Apostolico