La disciplina IVA, come è dato sapersi, è una disciplina particolarmente ostica e complessa, in cui le innumerevoli sfaccettature dettate dalla disciplina nazionale tendono ad intersecarsi con quelle invece contenute dalle normative Europee e talvolta anche con quanto previsto dalle convenzioni con i paesi extra Unione Europea.
Per gli aspetti nazionali, l’IVA viene regolamentata per lo più nel D.P.R. 633 del 1972, il quale D.P.R. si erige a normativa base, che introduce, e disciplina gli aspetti essenziali, del tributo.
Tuttavia a fianco di esso ci sono altri Decreti che condividono gli stessi obiettivi mirati però ad intervenire su altri campi specifici come ad esempio il D.Lgs 331/1993, il quale regola l’IVA tra le operazioni intercorse tra soggetto passivo Italiano e soggetto passivo europeo.
Tra la varia “ossatura” che definisce il mondo IVA, abbiamo una normativa interessante, denominata Regime del Margine, applicabile al commercio di oggetti d’antiquariato, arte e collezione, beni usati in generale, ed al commercio ambulante, sia in Italia che in altro Sato UE.
Esso viene definito dagli artt. 36-40 bis del DL 41/95 convertito in Legge 85/95.
COSA RIENTRA NEL REGIME DEL MARGINE?
In tale regime entrano solo quei i beni acquistati da soggetti privati, o più in generale da un non soggetto passivo IVA, oppure acquistati da soggetti passivi d’imposta che non hanno potuto detrarre integralmente l’imposta o da soggetti passivi che hanno assoggettato a loro volta l’operazione al regime del margine.
TIPOLOGIE DI REGIME DEL MARGINE
Il regime prevede tre differenti metodologie di applicazione, da contestualizzarsi a sua volta nel caso in cui rientriamo nel commercio abituale, nel commercio esclusivamente ambulante o nel commercio solo occasionale.
In particolare le tre diverse metodologie di conteggio sono:
• il metodo analitico: in tal caso si va per ogni singola operazione a determinare il margine sulla differenza tra il prezzo di vendita ed il prezzo d’acquisto, entrambi considerati al lordo dell’IVA;
• il metodo globale: Con il metodo globale il margine su cui calcolare l’imposta è determinato dalla differenza fra l’ammontare complessivo delle cessioni e quello degli acquisti, entrambi naturalmente al lordo dell’IVA, nel mese o trimestre di riferimento per la liquidazione periodica. È consentito compensare i margini negativi con quelli positivi di ciascun periodo.
• Metodo forfetario: è un metodo semplificato previsto per le cessioni di quei prodotti per i quali non sempre il rivenditore può determinare analiticamente il prezzo di acquisto. In questi casi, il margine su cui calcolare l’imposta è determinato applicando, al prezzo di vendita del singolo bene, delle percentuali forfetarie stabilite dal sopracitato DL. Tale metodo è quindi previsto solo in casi limite, ne costituisce tuttavia, ad esempio, l’unico metodo concesso per il commercio ambulante.
LIQUIDAZIONE DELL’IMPOSTA
Una volta determinato il margine, secondo uno dei tre metodi di cui sopra, occorre procedere allo scorporo dell’IVA.
Occorrerà dunque dividere il margine lordo ottenuto per 104, se l’aliquota è al 4%, per 110, se l’aliquota è al 10% e per 122, se l’aliquota è al 22%. Così fatto si dovrà moltiplicare il risultato per 100 ed emergerà la base imponibile e per differenza tra essa ed il lordo, l’IVA da versare.
Naturalmente, sia per il metodo analitico che per quello globale è possibile avere margine a credito, ma solo per il metodo globale è prevista una compensazione tra margini a credito e margini a debito, infatti qualora emergesse margine a credito nel metodo analitico semplicemente non sarà dovuta l’imposta. Viceversa, per il forfetario non emergerà mai margine a credito.
Eugenio Apostolico
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