Con l’approvazione del disegno di legge “Disposizioni per l’assestamento del bilancio dello Stato per l’anno finanziario 2021” (pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 246 del 14/10/2021) sono stati stanziati ulteriori 300 milioni di euro per assicurare la continuità operativa della misura “Nuova Sabatini”.
Le risorse aggiuntive introdotte con detto provvedimento si aggiungono a quelle precedentemente stanziate per la misura nell’annualità 2021, sia dall’articolo 1, commi 95-96 della Legge di Bilancio 2021, pari a 370 milioni di euro, che dall’articolo 11 ter del Decreto Sostegni bis, pari a 425 milioni di euro.
Tale misura ha l’obiettivo di facilitare l’accesso al credito delle imprese per sostenere l’acquisto diretto o in leasing di macchinari, attrezzature, impianti, beni strumentali a uso produttivo e hardware, nonché software e tecnologie digitali contabilizzati nell’attivo patrimoniale alle voci:
− B.II.2 – impianti e macchinari;
− B.II.3 – attrezzature industriali e commerciali; e
− B.II.4 – altri beni.
Gli investimenti devono essere nuovi, a uso produttivo, correlati all’attività svolta dall’impresa ed essere ubicati presso l’unità locale dell’impresa in cui è realizzato l’investimento.
Rientrano nell’agevolazione solo le PMI (piccole e medie imprese) che presentano dipendenti in misura inferiore ai 250 e un fatturato annuo non superiore ai 50 milioni di euro o, in alternativa, un totale di bilancio annuo non superiore ai 43 milioni di euro.
Per poter essere beneficiari dell’agevolazione bisogna non trovarsi in situazione di liquidazione oppure nel corso di procedura concorsuale, non avere ricevuto dall’Unione Europea aiuti considerati illegali, non trovarsi in condizioni di difficoltà e avere almeno una sede operativa in Italia anche se la sede legale si trova in uno Stato estero, membro UE. Sono ammessi a questa tipologia di agevolazione tutti i settori produttivi, compresi quindi quello agricolo e della pesca, con uniche eccezioni i settori finanziario e assicurativo.
È importante sottolineare che i fondi vengono prenotati a cadenza mensile; quindi, l’azienda può presentare la domanda a valere sulla Nuova Sabatini in qualsiasi periodo dell’anno. L’invio della domanda compilata deve avvenire esclusivamente via pec, indirizzandola alle banche/intermediari finanziari aderenti alle convenzioni.
Le agevolazioni consistono nella concessione da parte di banche e intermediari finanziari, aderenti alla convenzione tra il Ministero dello sviluppo economico, l’Associazione Bancaria Italiana e Cassa depositi e prestiti S.p.A., di finanziamenti alle micro, piccole e medie imprese per sostenere gli investimenti previsti dalla misura, nonché di un contributo da parte del Ministero dello sviluppo economico rapportato agli interessi sui predetti finanziamenti.
- Il finanziamento, che può essere assistito dalla garanzia del “Fondo di garanzia per le piccole e medie imprese” fino all’80% dell’ammontare del finanziamento stesso, deve essere:
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- di durata non superiore a 5 anni
- di importo compreso tra 20.000 euro e 4 milioni di euro
- interamente utilizzato per coprire gli investimenti ammissibili
- Il contributo in conto interessi concedibile è pari all’ammontare degli interessi convenzionali calcolati al tasso del 2,75% annuo per gli investimenti ordinari o del 3,575% annuo se si tratta di “industria 4.0.
Quali sono i risvolti contabili?
L’agevolazione “Nuova Sabatini” presenta criticità contabili legate in particolare modo alla contabilizzazione del contributo in conto interessi, che costituisce un contributo finalizzato alla riduzione di costi di natura finanziaria. Il contributo deve essere riscontato nel corso degli anni di durata del finanziamento di modo che in ciascun esercizio la quota di competenza sia sempre la stessa, nel caso del mutuo il contributo in conto interessi andrà iscritto con segno negativo nella voce C17 del Conto Economico a riduzione degli interessi passivi pagati sul mutuo; invece, nel caso di locazione finanziaria il contributo andrà iscritto nella voce C16 del Conto Economico tra gli altri proventi finanziari.
La disciplina dei controlli
Il Mise può effettuare in ogni fase del procedimento appositi controlli, sia documentali sia tramite ispezioni in loco, finalizzati alla verifica della corretta fruizione delle agevolazioni.
L’impresa beneficiaria dovrà trasmettere tempestivamente al Mise e per conoscenza alle banche o agli intermediari finanziari apposita comunicazione qualora ricorra una delle condizioni che porti alla revoca dell’agevolazione:
− l’alienazione dall’uso produttivo dei beni entro il termine del terzo anno successivo alla data di completamento dell’investimento;
− la dichiarazione di fallimento dell’impresa beneficiaria entro il termine del terzo anno successivo alla data di completamento dell’investimento;
− la fruizione di agevolazioni pubbliche concesse per i medesimi beni strumentali oltre i limiti delle intensità massime previste nei regolamenti comunitari applicabili.
Per saperne di più: info@studiosinergie.it
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